La soddisfazione del personale è un fattore primario della reputazione aziendale. Un sondaggio a livello mondiale promosso da Forrester recentemente ha esaminato il sostegno che i lavori danno alla propria azienda, cioè quanto i dipendenti siano disposti a raccomandare i prodotti della propria azienda e quanto consiglierebbero la propria azienda quale miglior posto per lavorare ad amici e parenti. Lo studio ha messo in evidenza che la raccomandazione varia da Paese a Paese.
I lavoratori del Nord America (USA e Canada) sono tre volte più propensi a dare buone recensioni della propria azienda rispetto ai lavoratori europei. In particolare, i dipendenti francesi risultano essere i maggiori detrattori delle aziende presso cui sono impiegati. Al penultimo posto troviamo il Regno Unito, poco sotto la Germania, dove i risultati sono stati discreti. Gli autori ipotizzano che le leggi sul lavoro e le differenze culturali siano stati fattori determinanti per spiegare il risultato di questa indagine, che ha messo in evidenza grandissime differenze.
Un dato, però, spicca su tutti, ed invita quindi alla riflessione: in ogni Paese (soprattutto europeo) c’è un altissimo numero di dipendenti che veicola all’esterno le proprie impressioni negative sull’azienda. Un atteggiamento che contribuisce a minare gravemente la reputazione dell’azienda e, di conseguenza, i risultati economici della stessa.
Diventa quindi fondamentale curare maggiormente la comunicazione, il rapporto con i propri dipendenti, e migliorare il loro grado di soddisfazione sul posto del lavoro, affinché questi si facciano promotori di una reputazione positiva (e condivisa) dell’azienda.